25 Luglio 1909, cento anni fa Louis Blériot attraversava la Manica in aeroplano.
Dal Romanzo dell'Aviazione, di Felice Trojani :
Alle 4,40 il sole sorge dietro Calais. Il giornalista Fife inviato del « Daily Mail », accenna con la testa; si può partire.
— Tolto?
— Tolto.
— Contatto.
— Contatto.
Il motore gira, l'elica ruota, Blériot da un paio di spuntate per provare il motore: va bene. Fa segno di lasciare l'apparecchio, comincia ad andare, si mette in posizione di partenza, da tutto gas, corre verso le dune, si stacca da terra.
Nello stesso momento Leblanc agita le braccia, il marinaio segnala con la banderuola; l'Escopette parte.
Blériot punta su Dover e procede in linea retta continuando a salire pur mantenendo l'apparecchio orizzontale: 6 metri, 10 metri, 20 metri.
Passa le dune, è sul mare; il mare è calmo, piatto, di un azzurro cupo. Non si verifica nessuno dei fenomeni temuti per chi volasse sul mare. Sul mare vi ha volato per breve tempo Latham nel suo tentativo. Né vuoti d'aria, né conseguenze dell'umidità sul motore.
Il cielo è sereno, limpido. l'XI è illuminato dai raggi del sole all'orizzonte. Là davanti è l'Escopette. Procede a tutto vapore.
Che lunga scia! Blériot gli s'infila dietro, sicuro di dirigersi su Dover.
Sessanta, ottanta metri di quota. L'Escopette perde strada.
Il monoplano vi è sopra. Li sotto vi è sua moglie, la madre dei suoi figli, il suo amore, il passato, l'avvenire; ma non è il momento di commuoversi. Bisogna andare diritti, pilotare meccanicamente senza distrarsi. Diritto nella direzione indicata dalla nave, verso l'Inghilterra, verso Dover. Fra qualche minuto sarà solo sul mare, nessuno gli indicherà la strada, nessuno potrà assisterlo in caso di discesa.
Meglio stare alti. Il motore canta (ha ragione Anzani), l'elica fa i suoi giri regolari (1.200 al minuto), tira. E il monoplano,tenuto in linea di volo, sale.
Cento, centoventi metri. Blériot pilota con una mano, con l'altra pompa l'aria nel serbatoio dell'olio. Che stia tranquillo Anzani: il motore è ben lubrificato; anzi l'olio in eccesso, spinto dal vento di corsa (quale sarà la velocità? sessanta, settanta chilometri all'ora?) investe il busto preme sul viso del pilota che riceve l'aria in pieno, senza ripari.
Blériot indossa un camiciotto di grossa tela, nuovo; sotto ha una cintura di salvataggio. Il cilindro di stoffa gommata, pieno d'aria a pressione, sarà sufficiente a far galleggiare l'apparecchio.
La testa è chiusa in un caschetto di cuoio allacciato sotto il mento, ma l'olio in faccia e sui baffi non è piacevole. Male da poco. Il piede non da quasi più noia e fa il suo dovere.
Il mare è deserto, non si vede un battello. Il cielo comincia ad annebbiarsi. Il motore canta, l'elica frulla, i cavi che sostengono le ali sibilano.
Ma pare di essere fermo: che impressione sgradevole! L'apparecchio è cosi stabile che il pilota potrebbe lasciare i comandi.
È partito da Calais con 50 minuti di benzina, non ha bussola e non ha orologio, controlla i consumi osservando il livello dell'olio e quello della benzina.
Si affaccia la preoccupazione dell'atterraggio.
Dove scenderà?
Come?
Ha fatto male a non andare a esaminare la costa inglese.
Quel giornalista lo aiuterà davvero?
Dove si trova? La direzione è giusta? Sulla terra si vola come su una carta topografica, ma qui tutto è uguale. Dove si trova? La direzione è giusta?
Pensa alla moglie, ai figli, alla fabbrica. Forse ha fatto male ad arrischiare. Ma doveva. Se non si fosse messo lui stesso a pilotare i suoi apparecchi, non avrebbero ancora volato. Deve fare da sé; se incarica altri, tutto va alla rovescia. Non c'è via d'uscita: deve vincere.
L'accensione va bene, l'elica fa i suoi giri, l'alimentazione e la lubrificazione sono regolari. A guardare i livelli deve essere in volo da 20 minuti.
Cosa è quella linea grigia all'orizzonte?
L'Inghilterra, senza dubbio. Si vede fumo: senza dubbio sono delle navi. Le falaises si distinguono sempre più nette, ma il porto non c'è, non c'è Dover.
Certamente ha deviato. A destra o a sinistra? Chi sa. Bisogna andare diritti sulla costa e atterrare dove si potrà, come si potrà.
Come sembrano alte quelle falaises che si estendono a vista d'occhio! Vi sarà qualche avvallamento nel quale infilarsi?
E la benzina che sta calando!
La visibilità va diminuendo. Laggiù vi è una nave, due navi, tre navi; sì e le loro scie sono parallele, vanno tutte a sinistra.
Certamente si dirigono a un porto. Sarà Dover? E Blériot poggia a sinistra.
Ma l'apparecchio entra nella foschia e il vento l'assale, vento di fronte. Il monoplano viene spostato dalla sua rotta, buttato in alto, buttato in basso, e Blériot deve lavorare duramente di stabilizzatore e di gauchissement.
Sotto l'azione del vento ha perso quota e non riesce a risalire; il piede gli duole. La nebbia si squarcia e Blériot vede a destra il porto e la città, e in alto il Castello.
È arrivato, ma deve atterrare, e si trova più basso della falaise. Dove è l'insenatura che Fontaine gli ha segnalata?
Si abbassa sull'entrata nord-est del porto, e gli urràh e il clamore degli equipaggi delle navi agli ormeggi, giungono fino a lui.
Ma lì vi è un'insenatura, un prato verde, un uomo agita qualcosa di rosso. No, è rosso bianco azzurro, è Fontaine che fa sventolare la sua bandiera.
Lì potrà scendere.
L'apparecchio sale, si porta all'altezza giusta per superare la ripa, e poi mezzo giro a destra, mezzo giro a sinistra, e diritto all'atterraggio. Ha di fronte un prato non grande, ma che pare liscio e senza avvallamenti.
Fontaine corre verso l'interno per indicare la direzione, e tiene alta e spiegata la bandiera.
Blériot va all'atterraggio, ma un mulinello lo solleva, una raffica lo sposta di traverso. Si trova a 20 metri d'altezza: toglie il contatto e scende. Ma un'altra raffica lo abbatte.
L'apparecchio posa su terreno in discesa, il carrello cede, l'elica si spezza; Blériot è incolume.
Ha rotto, ma ha vinto.
Sono le 5 e 13.
Quel volo che ha fatto uscire l'aviazione dall'infanzia, che ha provocato una svolta della Storia, è durato 32 minuti.
Felice Trojani, Il Romanzo dell'Aviazione, illustrazioni di Francesca Quatraro - Lulu, 2009
© 2009 Ascanio Trojani, Francesca Quatraro - Tutti i Diritti Riservati
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