sabato 1 marzo 2025

Fake News, 1932


estratto da Ascanio Trojani © - Fuoriusciti Italiani nel Grande Terrore di Stalin - voce del Dizionario Italiano del Crimine, Newton, Roma 2012 - Curcio, Roma 2018


  Nel 1932, l’ing. Umberto Nobile viene contrattato dai sovietici per sovrintendere ad un ambiziosissimo programma aeronautico, teso a progettare sotto l’iniziale guida italiana una trentina di nuovi tipi di dirigibili, ed altre aeronavi ancora da definire.
  Nobile chiede ad un suo fedele collaboratore, l’ing. Felice Trojani, di seguirlo nella nuova impresa. Trojani ha seguito Nobile da quando si è laureato, dal Giappone al Polo Nord, e con Nobile è rimasto sul pack dopo il disastro del Dirigibile Italia. Trojani chiede a Nobile in quanti anni si dovrebbe sviluppare un così grande progetto: in tre o quattro, risponde il Generale. Trojani si mette a ridere, e Nobile lo rassicura; in Russia i mezzi di lavoro sono illimitati.
  Illimitati non furono, né mancarono incidenti e attriti nell’eterogeneo gruppo portato da Nobile in URSS, al punto che Trojani abbandonerà Nobile, e metterà il suo contratto a disposizione dei committenti sovietici. Questi, preferiscono non privarsi delle sue competenze, e lo riassegnano ad un progetto parallelo alla Diriziablestroi, con sede a Dolgoprudnaja.
  Narra Trojani [4] : Capo dell’officina meccanica era Benservigi (non garantisco che questo fosse il suo vero cognome), comunista scappato dall’Italia. Aveva partecipato all’ultima occupazione delle fabbriche a Torino, durante la quale aveva preso in ostaggio Lancia. Si era sposato con una bella giovane russa ebrea, aveva una bambina; lavorava con vera competenza e con grande entusiasmo.
   Benservigi è, in realtà, Lino Manservigi, che ha effettivamente partecipato all’occupazione delle fabbriche a Torino nel 1920, e per questi fatti colpito da un mandato di cattura; per sottrarlo all’arresto, il PCI lo invia come delegato, insieme ad altri compagni, al III Congresso dell’Internazionale Comunista.
   Manservigi rimane a Mosca, sin quando nel 1932 trova lavoro alla Diriziablestroi.
  Competente ed entusiasta, lo definisce senza remore l’ing. Trojani, ben noto nell’ambiente aeronautico per la caustica schiettezza delle sue opinioni.
  Manservigi verrà accusato, dopo il ritorno di Trojani in iItalia, di connivenza con gli stranieri impiegati alla Diriziablestroi, ed in particolare di aver tenuto conversazioni con il membro del Comitato Centrale del Partito Fascista, lo specialista straniero Trojani […] informandolo sulla vita politica di partito e su tutti i fatti riguardanti l’officina […] manifestando menefreghismo e irresponsabilità verso il lavoro.
  L’accusa è ridicola: Trojani non era membro di un fantomatico  “Comitato Centrale” del PNF, ed in quanto direttore dello stabilimento era lui ad istruire Manservigi (e tutti gli altri lavoratori) sulle proprie mansioni, e quindi non aveva alcun bisogno di farsi informare; delle capacità lavorative si è scritto poc’anzi. L’origine del Trojani fascista si ritrova nei rapporti quotidiani redatti dagli informatori della polizia politica, primi fra tutti gli interpreti (Trojani e Nobile ne hanno una personale, che li accompagna ovunque), in particolare nell’italico pettegolezzo precedente e seguente l’uscita di Trojani dal gruppo di Nobile. Dicevano ai russi che ero fascista, ed agli italiani che ero comunista, ma non ci facevo caso, scrive Trojani [4].
  E la misura di quanto fosse fascista Trojani, la si ha dal fatto che, subito prima del trasferimento a Dolgoprudnaja, fosse stato messo sotto inchiesta dalla Commissione di Disciplina del PNF, con l’accusa di comunismo, proprio sulla scorta degli stessi pettegolezzi che porteranno all’inquisizione e all'assassinio di Lino Manservigi e di numerose altre persone.
  Manservigi verrà prima espulso dal Partito, in quanto elemento degenerato borghese, arrestato il 23 Novembre del 1937 e portato davanti alla Sezione Militare del Tribunale Supremo dell’URSS il 14 Marzo del 1938, dove sarà condannato alla fucilazione per spionaggio verso l’agente provocatore  fascista Trojani. Lino Manservigi verrà fucilato lo stesso giorno della sentenza, nel poligono della Kommunarka. Dei suoi resti non si saprà più nulla.
  A nulla era valsa la richiesta, fatta l’anno precedente, di andare a combattere in Spagna. Un documento inviato al Compagno Ercoli (Palmiro Togliatti), lo definiva elemento negativo in quanto legato a Trojani, sospettato di spionaggio contro l’URSS. Il documento, citato in [2], porta la firma di Togliatti, che doveva essere quindi ben a conoscenza della sorte dei suoi connazionali.
 

[2] Elena Dundovich, Francesca Gori - Italiani nei Lager di Stalin - Laterza, Bari 2006
[3] Gianni Corbi - Togliatti a Mosca - Rizzoli, Milano 1991
[4] Felice Trojani - La Coda di Minosse - Vita di un Uomo, Storia di un’Impresa - Mursia, Milano VIII-2008/2025


L'illustrazione che segue [da Memorial-Italia] è una pagina dei verbali di interrogatorio da parte della OGPU a Manservigi; osservate come debba sotoscrivere non solo il documento ma ogni sua "dichiarazione". Quasi peggio del Tribunale di Facebook.

 


 

 

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