sabato 10 dicembre 2011

Amundsen, a cento anni dal Polo Sud

 
Il 14 Dicembre del 1911, Roald Engelbert Amundsen raggiunse con i suoi compagni il Polo Sud, trentacinque giorni prima di Robert Falcon Scott. La spedizione era arrivata nella Baia di Ross il precedente 14 Gennaio 1911, a bordo della nave Fram (Avanti).
La biografia di Amundsen scritta da Feice Trojani, R.E. Amundsen - L'Eroe dei Ghiacci Polari, edito da Ugo Mursia nel 1971, benché ancora in (abbondante) deposito presso l'editore, è praticamente impossibile da reperire secondo i canali tradizionali.
Sono frequentemente avvistate su eBay alcune copie (nuove, di solito) in vendita ad un prezzo accettabile (tra i 10 e gli 12 euro, oltre alle spese postali per raccomandata). Il link che porta ad una delle ultime inserzioni che ho visto è questo .
Una lettrice del blog mi ha, inoltre, segnalato che ve ne sarebbero alcune copie disponibili presso la Libreria del Mare di Milano (Via Broletto, 28 - più Milán di così non si può) a 6,20€ ma i costi per l'invio postale sono quelli del postacelere ed il totale fila verso i venti euro.
Altrimenti, sollecitate il volume presso l'editore (a mio nome) inviando una mail a questo indirizzo.
Felice Trojani non pretendeva scriverne una biografia definitiva, troppo vasta per essere affrontata in un piccolo volume, ma far conoscere ai giovani italiani chi fu l'Uomo che, nel lontano 1928, perse la vita muovendo al soccorso di naufraghi italiani.
 

Il libro è illustrato da Marcello Cassinari Vettor.
Ricordiamo che Felice Trojani era uno di coloro, per accorrere al soccorso dei quali, Roald Amundsen perse la vita.
Era uno dei naufraghi del dirigibile Italia, rimasti nell'accampamento della Tenda Rossa (che rossa mai fu) sul pack; i loro SOS erano stati raccolti ed aeroplani si dirigevano verso di loro.  Attraverso la radio di Biagi, vennero a sapere che erano in partenza da Tromsø per le Spitsbergen un bimotore francese pilotato da René Guilbaud, con a bordo Amundsen, e un trimotore svedese; i naufraghi conoscevano la pericolosità del Mare di Barents e speravano che i due idrovolanti ne avrebbero effettuato la traversata di conserva.
Invece, il 18 Giugno 1928, alle 16:00, Amundsen e i piloti francesi partirono da soli da Tromsø, in Norvegia. L'ultima trasmissione, "tutto bene", fu effettuata tra le 18:45 e le 18:55, in un punto al di sotto dell'Isola degli Orsi nella cui zona fu successivamente rinvenuto da un peschereccio un frammento di galleggiante appartenente al Latham, ed un serbatoio interno, che sembrava essere stato modificato in modo da servire da galleggiante, suggerendo che almeno un membro dell'equipaggio fosse sopravissuto.

Il  24 Agosto del 2009, era partita la spedizione della Marina Reale Norvegese, in collaborazione con il Museo dell'Aviazione di Norvegia, la Kongsberg Maritime AS e la ContextTV GmbH, con l'intento di esplorare la zona a Sud dell'Isola degli Orsi (la più meridionale delle Svalbard) nella quale si presume si sia inabissato il Latham 47 pilotato da René Guilbaud, assistito dal tenente Leif Ragnar Dietrichson, insieme a Roald Amundsen e altri tre membri dell'equipaggio.
Le ricerche sono state condotte dalla nave Tyr, utilizzando l'AUV Hugin-100MR,  un remoto capace di scendere sino ai 1000 metri di profondità e con una autonomia di ben diciotto ore. Gli organizzatori, forti di precedenti esperienze positive, si dichiaravano particolarmente ottimisti; la ricerca puntava ad individuare il motore dell'idrovolante, unico pezzo metallico di dimensioni tali da essere "visto" dalla strumentazione. Non si riteneva, infatti, che elementi in legno fossero ancora integri dopo tanto tempo sotto il mare.



Tutta la spedizione è stata documentata sul sito Search for Amundsen, al cui interno sono stati pubblicati i blog del comandante e di alcuni membri.  
Purtroppo, non si è trovata alcuna traccia del velivolo nella zona di esplorazione. O la posizione del ritrovamento del galleggiante da parte del peschereccio era viziata, e pertanto l'aereo è altrove, oppure lo sfruttamento del fondale con le reti a strascico ha distrutto e disperso quanto ancora restava della struttura.
 
La storia dei rapporti tra l'Italia, Umberto Nobile, Roald Engelbert Amundsen ed il sempre trascurato Lincoln Ellsworth è ben narrata ne La Coda di Minosse.

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