Domanda tecnica, il risvolto politico lasciamolo di lato, per ora: quanto dura un processo in Italia, o meglio e più direttamente, per quanto tempo qualcuno dovrà leggere quello che avete scritto per il magistrato o per la parte, magari in appello o in ricelebrazione dell'appello dopo un rinvio (magari anche due) da Cassazione ?
Ancora, poco tempo fa ho accennato, attraverso una recentissima di Cassazione, sulla possibilità di ricelebrare un processo a seguito di una nuova possibilità di analisi scientifica degli elementi di prova, non disponibile al momento del processo di cui si chiede la revisione.
Ecco, gli elementi di prova, gli atti, le perizie precedenti, li ritroveremo belli ordinati ed immediatamente accessibili, in tanti begli scatoloni messi in fila, all'asciutto e senza polvere, come nel (brutto) enlatado Cold Case ?
Sale sulle ferite: e se magari gli elementi di prova, o le analisi, sono state conservate su supporti magnetici o stampati su carta termica?
Quante volte ve li siete trovati già davanti ?
Chi ricorda ancora le sigle mhv, smi, smo, lbm ? Avete una vaga idea di come leggere un nastro Geloso, un Betamax, anche un semplice VHS e di come riversarlo su un supporto corrente ?
In teoria, per quanto promettono, tra poco dovremmo avere il processo telematico, e comunque prima o poi si dovrà consegnare almeno la relazione in forma digitale (quale non si sa, ancora, ed i precedenti con la PEC lasciano mal sperare).
Ma, tra qualche anno potremo accedere ai files depositati oggi o domani, così come (non) risuciamo ad accedere a quelli di qualche anno fa?
Torniamo alla carta? Avete presente quei carissimi fogli appiccicosi e polverosi per stampante a getto di inchiostro, che dicevano "per stampe fotografiche", che andavano di moda qualche anno fa ?
Dopo qualche mese, ancor meno se conservati in ambiente umido o a contatto con carte acide o con solventi (la colla delle rilegature), questi sfarinavano, o nella meno disastrosa delle ipotesi i colori viravano verso il blu o il giallo, sino a scomparire del tutto. Wilhelm sembrava che l'avessi letto solo io, qualche anno fa, e temo che la faccenda non sia migliorata.
Contattiamo il perito del tempo, e vediamo se ha il supporto digitale della perizia. Come no : trentasei floppy da tre e mezzo (quelli che sganasciavano nel lettore), fatti forse in windows 3.11, con un programma che si chiamava ... chi se lo ricorda, me lo diede l'amico dell'amica, coi filename a cinque caratteri, eccetera.
Io ho le fotografie dei miei trisnonni, sparsi tra Cortale, Torino, Belluno, Bologna, Firenze. Ho i film in 8mm girati negli anni sessanta. Ho libri del seicento. Ho lettere scritte da Nadar al mio prozio.
Ancora, poco tempo fa ho accennato, attraverso una recentissima di Cassazione, sulla possibilità di ricelebrare un processo a seguito di una nuova possibilità di analisi scientifica degli elementi di prova, non disponibile al momento del processo di cui si chiede la revisione.
Ecco, gli elementi di prova, gli atti, le perizie precedenti, li ritroveremo belli ordinati ed immediatamente accessibili, in tanti begli scatoloni messi in fila, all'asciutto e senza polvere, come nel (brutto) enlatado Cold Case ?
Sale sulle ferite: e se magari gli elementi di prova, o le analisi, sono state conservate su supporti magnetici o stampati su carta termica?
Quante volte ve li siete trovati già davanti ?
Chi ricorda ancora le sigle mhv, smi, smo, lbm ? Avete una vaga idea di come leggere un nastro Geloso, un Betamax, anche un semplice VHS e di come riversarlo su un supporto corrente ?
In teoria, per quanto promettono, tra poco dovremmo avere il processo telematico, e comunque prima o poi si dovrà consegnare almeno la relazione in forma digitale (quale non si sa, ancora, ed i precedenti con la PEC lasciano mal sperare).
Ma, tra qualche anno potremo accedere ai files depositati oggi o domani, così come (non) risuciamo ad accedere a quelli di qualche anno fa?
Torniamo alla carta? Avete presente quei carissimi fogli appiccicosi e polverosi per stampante a getto di inchiostro, che dicevano "per stampe fotografiche", che andavano di moda qualche anno fa ?
Dopo qualche mese, ancor meno se conservati in ambiente umido o a contatto con carte acide o con solventi (la colla delle rilegature), questi sfarinavano, o nella meno disastrosa delle ipotesi i colori viravano verso il blu o il giallo, sino a scomparire del tutto. Wilhelm sembrava che l'avessi letto solo io, qualche anno fa, e temo che la faccenda non sia migliorata.
Contattiamo il perito del tempo, e vediamo se ha il supporto digitale della perizia. Come no : trentasei floppy da tre e mezzo (quelli che sganasciavano nel lettore), fatti forse in windows 3.11, con un programma che si chiamava ... chi se lo ricorda, me lo diede l'amico dell'amica, coi filename a cinque caratteri, eccetera.
Io ho le fotografie dei miei trisnonni, sparsi tra Cortale, Torino, Belluno, Bologna, Firenze. Ho i film in 8mm girati negli anni sessanta. Ho libri del seicento. Ho lettere scritte da Nadar al mio prozio.
Ho le lastre (in vetro prima, in filmpack poi) delle fotografie di mio padre da piccolo, i negativi delle fotografie fatte da mio nonno nell'Unione Sovietica di Stalin, sviluppate col Rodinal e fissate in acqua e sale. Fotografie in Anscochrome, Kodachrome degli anni quaranta, un paio di foto a colori col sistema Lumiére.
Ho il testamento scritto da mio nonno al Polo (nella Tenda Rossa, affidato alla pattuglia Malmgrem, Mariano e Zappi), le cartoline del mio bisnonno, la fotografia del bisnonno Juglaris quando faceva la prima triangolazione della Sardegna.Tutti ancora perfettamente ed immediatamente leggibili, riproducibili, manipolabili. Ho il manoscritto del Minosse, il dattiloscritto e la macchina da scrivere Olympia con cui è stato battuto (perfettamente funzionante). C'è qualche atto del prozio avvocato, alcune perizie dei nonni e dei prozii, scritte a mano (al tempo obbligatorio, attenzione) o dattiloscritte.
Analogico batte digitale tre a zero? Non esattamente. Il problema è la accessibilità del software (e non mi costringete a spiegare cos'è l'open source), la scelta di formati che possano essere letti o periodicamente convertiti seguendo il progredire dell'arte (txt, rtf, PDF-A), stampare su carta non acida, con inchiostri pigmentati, conservare le cose come si deve ed eseguirne la periodica manutenzione (specie dei supporti: come ho riversato/convertito i floppy - quelli veri - da 5"1/4, così dovrò fare con gli HD da 1TB che oggi sono lo standard).
Da continuare ...
Ho il testamento scritto da mio nonno al Polo (nella Tenda Rossa, affidato alla pattuglia Malmgrem, Mariano e Zappi), le cartoline del mio bisnonno, la fotografia del bisnonno Juglaris quando faceva la prima triangolazione della Sardegna.Tutti ancora perfettamente ed immediatamente leggibili, riproducibili, manipolabili. Ho il manoscritto del Minosse, il dattiloscritto e la macchina da scrivere Olympia con cui è stato battuto (perfettamente funzionante). C'è qualche atto del prozio avvocato, alcune perizie dei nonni e dei prozii, scritte a mano (al tempo obbligatorio, attenzione) o dattiloscritte.
Analogico batte digitale tre a zero? Non esattamente. Il problema è la accessibilità del software (e non mi costringete a spiegare cos'è l'open source), la scelta di formati che possano essere letti o periodicamente convertiti seguendo il progredire dell'arte (txt, rtf, PDF-A), stampare su carta non acida, con inchiostri pigmentati, conservare le cose come si deve ed eseguirne la periodica manutenzione (specie dei supporti: come ho riversato/convertito i floppy - quelli veri - da 5"1/4, così dovrò fare con gli HD da 1TB che oggi sono lo standard).
Da continuare ...
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