La Corte Costituzionale, con la Sentenza 192/2015 (Presidente Criscuolo, Redattore Zanon) depositata il 24 Settembre 2015 dichiarava l’illegittimità costituzionale dell’art. 106-bis del DPR 30 maggio 2002, n. 115 (Testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia − Testo A), come introdotto dall’art. 1, comma 606, lettera b), della legge 27
dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato − legge di stabilità 2014), nella
parte in cui non
esclude che la diminuzione di un terzo degli importi spettanti
all’ausiliario del magistrato per le prestazioni rese in regime di
gratuito patrocinio sia operata in caso di applicazione di previsioni
tariffarie
non adeguate a norma dell’art. 54 dello stesso d.P.R. n. 115 del 2002.
Ancora la Consulta, con la Sentenza n. 178 del 5 luglio 2017, dichiarava l’illegittimità costituzionale dell’art. 106-bis del D.P.R. n. 115/2002 nella parte in cui non esclude che la diminuzione di un terzo degli importi spettanti al consulente tecnico di parte sia operata in caso di applicazione di previsioni tariffarie non adeguate a norma dell’art. 54 dello stesso D.P.R. n. 115 del 2002.
In
sostanza, la Consulta ritiene che il taglio di un terzo dell'onorario a
Periti, Consulenti, Interpreti, Traduttori e a tutti gli altri
ausiliari, nonché, con la seconda sentenza anche i Consulenti Tecnici di Parte, sia inconstituzionale qualora la decurtazione avvenga su
importi delle vacazioni o delle tabelle che non siano stati adeguati
all'inflazione (misurata come ISTAT FOI) com previsto dal citato DPR 30
Maggio 2002.
Nemmeno tre giorni dopo la prima sentenza, il sottosegretario al ministero della
Giustizia, Cosimo Ferri, in una dichiarazione del 27 Settembre
2015, annunciava che il decreto di aggiornamento delle tariffe dei consulenti tecnici di
ufficio era pronto ed era stato inviato al ministero dell'Economia per
ottenere i pareri di congruità - l'adeguamento, ha aggiunto, è limitato ai
soli indici ISTAT dal 2002 ad oggi (sarebbero stati circa 40 milioni di
euro di spesa aggiuntiva).
Ferri aggiunge che verranno ritoccati sia i parametri a percentuale che le vacazioni, ad oggi 8,15 euro LORDI l'una - 4,07€ l'ora LORDE.
Secondo le tabelle ISTAT, supponendo che il governo fissi l'aumento all'ultimo valore noto (Settembre 2017), la vacazione dovrebbe essere incrementata intorno ai 10,26€.
Ferri aggiunge che verranno ritoccati sia i parametri a percentuale che le vacazioni, ad oggi 8,15 euro LORDI l'una - 4,07€ l'ora LORDE.
Secondo le tabelle ISTAT, supponendo che il governo fissi l'aumento all'ultimo valore noto (Settembre 2017), la vacazione dovrebbe essere incrementata intorno ai 10,26€.
Ma, ad oggi, il governo ed il parlamento nulla hanno fatto. Eppure, le innumere marchette che continuiamo a scoprire tra i 1247 commi delll'ultima Legge di Bilancio non manifestano certo a favore della tesi ristrettezza di bilancio, anzi. Bonus sono stati dati a destra e manca, a piene mani, ancora una volta. Forse non siamo sufficientemente tutelati dal partito trasversale dei cugini che lo fanno a meno, nonostante i propositi, ancora tutti da verificare, delle norme sull'equo compenso ?
Sia la Corte Costituzionale che il governo insistono sul carattere pubblicistico della prestazione. E va bene, non ce l'ha ordinato il dottore di lavorare in Tribunale.
In margine, però dovrebbe, l'illustrissimo governo, imporre che fossero pubblicistiche
anche le spese che dobbiamo anticipare, dalla carta ancora irrinunciabile nonostante i processi telematici, al computer, agli
strumenti, alla PEC, alla firma elettronica; e magari concedere che
anche le imposte che mi vengono richieste avessero una aliquota pubblicistica anziché, come ora, allo stesso livello di una prestazione ordinaria.
Pubblicistico, e va bene, ancora. Ma per fornire una prestazione professionalmente degna, debbo investire in preparazione, strumenti, ricerca, anche a fronte di un impegno che diviene sempre più complesso. E per investire, debbo essere, neanche tanto eufemisticamente, libero dal bisogno : le bollette le debbo pagare, prestazione pubblicistica o no.
Pubblicistico, e va bene, ancora. Ma per fornire una prestazione professionalmente degna, debbo investire in preparazione, strumenti, ricerca, anche a fronte di un impegno che diviene sempre più complesso. E per investire, debbo essere, neanche tanto eufemisticamente, libero dal bisogno : le bollette le debbo pagare, prestazione pubblicistica o no.
Per mantenere la memoria viva, una periodica reiterazione di quanto vado scrivendo dagli anni '80.
I compensi
spettanti ai Periti, ai Consulenti Tecnici, Interpreti e Traduttori per
le operazioni eseguite a richiesta dell'autorità giudiziaria, sono regolati dalla Legge 8 Luglio 1980, n. 319, e per l'aggiornamento degli importi dal Decreto del Ministro della Giustizia del 30 maggio 2002, oggi ricompresi nel Testo Unico delle Spese di Giustizia (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, D.P.R. 115/2002, con modifiche che arrivano sino alla L. 7 aprile 2017, n. 47)
Gli importi delle prestazioni sono quindi fermi dal 2002, quasi sedici anni.
Eppure, l'articolo 54 del TUSG, recita: (Adeguamento periodico degli onorari)
1. La misura degli onorari fissi, variabili e a tempo è adeguata ogni tre anni in relazione alla variazione, accertata dall'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, verificatasi nel triennio precedente, con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze.
1. La misura degli onorari fissi, variabili e a tempo è adeguata ogni tre anni in relazione alla variazione, accertata dall'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, verificatasi nel triennio precedente, con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze.
Non ripetiamo ancora una volta il disagio ad essere pagati meno del marginale che sporca i vetri delle automobili al semaforo davanti la Procura, degli
enormi rischi che si stanno materializzando come conseguenza
dell'espulsione dei professionisti qualificati dal circuito giudiziario,
impossibilitati a sopravvivere in tali condizioni, sostituiti da volenterosi privi delle capacità operative minime,cui si aggiungono i rischi di corruzione che inevitabilmente
appaiono quando si associano pagamenti indegni alle professionalità
inadeguate - altrimenti qualcuno dice che siamo bravi solo a lamentarci.