lunedì 1 novembre 2010

Farsi pagare, fra due anni (se va bene)


Un importante aggiornamento alla precedente Direttiva comunitaria a suo tempo  implementata nella legislazione italiana dal Decreto Legislativo n. 231/2002 , è stato approvato lo scorso 20 Ottobre 2010 dal Parlamento Europeo con la amplissima maggioranza (612 a favore, 12 contro e 21 astensioni, tutti euroscettici che han voluto far  chiara fede di statalismo);  tutti gli europarlamentari italiani presenti hanno votato a favore.
La Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 20 ottobre 2010 sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali generalizza il limite massimo di 30 giorni per i pagamenti di fatture per beni e servizi, sia per il settore pubblico che per quello privato, ammettendo limitatissime eccezioni solo in circostanze specifiche e comunque non oltre il termine di 60 giorni, a meno di clausole contrattuali specifiche che non costituiscano un contratto leonino
Per il settore pubblico la Risoluzione è particolarmente rigida, imponendo l'invalicabililità del termine dei sessanta giorni, oltretutto limitato solo al settore della sanità.
Nel caso di ritardato pagamento, il Parlamento ha imposto al Consiglio la fissazione di un tasso di interesse non inferiore all'8% , ed una somma non inferiore ai 40€ per coprire i costi di recupero del credito (foss'anche per il semplice sollecito).
Si attende ora la sollecita approvazione della Direttiva da parte del Consiglio, e l'entrata in vigore della stessa, venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. Da quel giorno, i singoli stati membri avranno due anni di tempo per recepire la Direttiva.

Nel nostro specifico, significa che una volta implementata la Direttiva nella legislazione italiana, tutte le transazioni BtoB dovranno sottostarvi. Qualsiasi fattura emessa dovrà essere saldata entro trenta giorni, salvo l'applicazione automatica dell'interesse di mora (come detto, non inferiore all'8%) e l'aggravio delle spese di sollecito e di recupero (in misura non inferiore ai 40€). 
Anche il Ministero di Giustizia dovrà pagare in trenta giorni dalla fattura, non valendo più alcuna eccezione di applicabilità per il settore pubblico.
Resta solo da verificare che Governo e/o il Parlamento approvino prima dei due anni l'applicazione della Direttiva, confermando la stessa commovente unanimità di propositi che è stata manifestata il 20 Ottobre al Parlamento Europeo.


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