venerdì 21 agosto 2009

La cerca per Roald Engelbert Amundsen - II


Sta per salpare il prossimo 24 Agosto la spedizione della Marina Reale Norvegese, in collaborazione con il Museo dell'Aviazione di Norvegia, la Kongsberg Maritime AS e la ContextTV GmbH, che esplorerà la zona a Sud dell'Isola degli Orsi (la più meridionale delle Svalbard) nella quale si presume si sia inabissato il Latham47 pilotato da René Guilbaud, assistito dal tenente Leif Ragnar Dietrichson, insieme a Roald Amundsen e altri tre membri dell'equipaggio.


Il 18 Giugno 1928, alle 16:00, Amundsen e i piloti francesi partirono da Tromsø, in Norvegia. L'ultima trasmissione, "tutto bene", fu effettuata tra le 18:45 e le 18:55, in un punto al di sotto dell'Isola degli Orsi nella cui zona fu successivamente rinvenuto un frammento di galleggiante appartenente al Latham, ed un serbatoio interno, che appariva modificato in modo da servire da galleggiante, suggerendo che almeno un membro dell'equipaggio fosse sopravissuto.
Le ricerche saranno condotte dalla nave Tyr, utilizzando l'AUV Hugin-100MR, capace di scendere sino a 1000 metri di profondità e con una autonomia di ben diciotto ore. Gli organizzatori, forti di precedenti esperienze positive, si dichiarano particolarmente ottimisti.
La ricerca punta ad individuare il motore dell'idrovolante, unico pezzo metallico di dimensioni tali da essere "visto" dalla strumentazione. Non si ritiene che elementi in legno siano ancora integri dopo tanto tempo sotto il mare.




Tutta la spedizione sarà documentata sul sito Search for Amundsen, al cui interno verranno pubblicati alcuni blog a cura del comandante e di alcuni membri.
La storia dei rapporti tra l'Italia, Umberto Nobile, Roald Engelbert Amundsen ed il sempre trascurato Lincoln Ellsworth è ben narrata ne La Coda di Minosse.

giovedì 20 agosto 2009

La pratica forense illustrata


Intorno al 1944, Pietro Trojani disegnò e distribuì alcune copie fatte al ciclostile, con le tavole stampate in xilografia, di una pubblicazione ispirata all'attività dello zio Avvocato (Umberto Trojani).
Io ne ho solo tracce, pezzetti, briciole, voci, compresa quella di un Notaio romano che me la fece vedere (ma non toccare) e si rifiutò di farmela fotografare.
Non dispero, però.
Pezzo per pezzo la ricostruirò, anche se ancora non si trova la tavola della Percussione dei Testi...


"Il Contratto Leonino e le sue Conseguenze"

© Ascanio Trojani, 2009, tutti i diritti riservati

giovedì 13 agosto 2009

13 Agosto, Left Handers Day


Oggi, 13 Agosto è il Left Handers Day, il Giorno dei Mancini.

Metà rivendicazione, metà sfruttamento commerciale di una vasta nicchia.
Sul mancinismo, dal punto di vista sociale, politico, linguistico potrete trovare cose molto più acconce su Scirus, per esempio.

Limitiamoci a qualche appunto sulla questione del mancinismo in perizia grafica.

Allo stato attuale non esiste LA caratteristica grafica, generale o di particolare, che consenta di stabilire, con certezza o con sufficiente probabilità ai fini forensi, se una scrittura sia stata eseguita da un mancino abituale o meno. [1]
Lo si può verificare tranquillamente in letteratura, e ciò è tanto più valido quando le scritture a confronto non siano, quantomeno, copiose.

Alcuni sistemi di indagine, come la microscopia elettronica, la conoscopia o alcune tracce rilevabili con sistemi elettrostatici possono evidenziare caratteristiche di deformazione della superficie su cui è apposto lo scritto in esame che consentano di integrare il movimento di una mano a sinistra del foglio.

La domanda che pongo però, è leggermente diversa. Ai fini identificativi, ha senso pratico definire se lo scrivente è mancino o destrorso?

Personalmente avrei maggiore interesse a poter definire se un soggetto è mancino dalla nascita o acquisito (ad esempio a causa di una menomazione o di una patologia, o semplicemente perché gli è comodo esserlo - molti artisti o disegnatori acquisiscono nel tempo una sorta di mancinismo funzionale, ad esempio), e se è un mancino dalla nascita se questo mancinismo (è la mano del diavolo, che diamine ! ) sia stato forzatamente corretto con un risultante uso stentato della destra, o se questo tentativo di violenza si sia invece risolto in una scrittura ritratta, riluttante, ma con la mano sinistra.

Tralasciamo l’Ottolenghi e alcuni suoi coevi, che considerano, in un lombrosismo deteriore, il mancinismo una tara.
La moderna letteratura peritale è pressoché (e curiosamente) unanime, nel considerare quantomeno azzardato qualsiasi metodo che vanti la possibilità di stabilire il mancinismo con certezza, ed in ogni scrittura, dai soli elementi rinvenibili nella scrittura stessa: per avere la certezza di avere a che fare con un mancino bisogna praticamente vederlo scrivere. (O integrare le caratteristiche meccaniche della scrittura, come detto).

Il mancinismo, è forse un falso problema, ai fini identificativi ?

La corrispondenza degli elementi grafici nelle scritture spontanee prescinde dalla mano con cui sono tracciate; ha, invece, interesse peritale e giudiziario, la dissimulazione della propria scrittura spontanea con la mano opposta.

Edmond Locard [2]: Qui [nella scrittura con la mano sinistra, N.d.T.] , non ci si aspetti di scoprire dei sintomi che consentano di diagnosticare la sinistrografia.

Wilson Harrison [3] : L’esperienza dimostra che nell’ampia maggioranza dei mancini alfabetizzati, non vi è nulla nella scrittura che indichi con quale mano si tiene la penna. Con una matita od una penna a sfera, nessuna modificazione della posizione della mano è necessaria.

E James Conway [4] : Certamente, nessun esperto qualificato potrà affermare che è in grado di distinguere sempre e comunque tra la scrittura di un destrimane e quella di un mancino, sulla base delle caratteristiche interne della sola scrittura.

E via elencando e citando sino ai testi più recenti.

Il mancinismo è un falso problema nella misura in cui la corrispondenza (o meno) degli elementi grafici nelle scritture a confronto, assunte spontanee, prescinde dalla mano con cui sono tracciate.

[1] Nessun “test” sul mancinismo ha mai superato, ad esempio, il Frye Test. - Cfr. Ascanio Trojani - Frye & Daubert vs. Bumblebee – Il Perito, IV, 1997
[2] Edmond Locard - Les Faux en écriture et Leur Expertise - Payot, Parigi 1959 – pag. 154
[3] Wilson R. Harrison - Suspect Documents and Their Scientific Examination - Sweet & Maxwell, Londra 1958 – pag. 450
[4] James P. Conway - Evidential Documents - Charles C. Thomas Publisher, Springfield 1978 – pag. 201

lunedì 10 agosto 2009

Capsicum chinense


Oggi, 10 Agosto dell'anno di grazia 2009, si ha notizia dai quotidiani che due individui hanno effettuato una rapina in strada, in Roma, in Via Lorenzo il Magnifico (Piazza Bologna, non certo le isolate stazioni della Ferrovia Roma Nord), accecando la vittima con uno spray urticante, il celebrato spray al peperoncino. Nei giorni scorsi, molte altre rapine ed aggressioni effettuate con le stesse modalità: lo spray al peperoncino, cavaliere bianco in difesa delle donne e dei deboli, nelle miopi illusioni di alcuni, è risultato invece essere, e non poteva essere altrimenti, un'arma in mano agli aggressori anziché uno strumento di difesa e prevenzione.
Troppo facile prevederlo, e non solo da parte di chi ha anche una minima preparazione tecnica specifica.

Intanto, la libera vendita: checché ne dicano due autorizzazioni alla libera vendita per due prodotti specifici, lo spray urticante non è uno strumento incapace di offendere (le autorizzazioni parlano, invece, di dispositivi di autodifesa, ritenuti innocui). La libera vendita e la ancor più libera detenzione sono un regalo alla criminalità, senza se e senza ma.
In Italia sono autorizzato due soli prodotti, ma in vendita (basta fare una ricerca da Gugù) ce ne sono moltissimi altri modelli. Io ne ho contati settanta, prima di ricordarmi di avere di meglio da fare. Molti di questi sono strumenti vietati in altri paesi, o perché in soluzione alcoolica, o perché hanno concentrazioni tali di sostanza urticante da dover essere più propriamente denominati ustionanti.
Il loro utilizzo come arma da difesa richiede una accurata preparazione ed un continuo addestramento; in quanto arma da difesa non va certo tenuta in mano, pronta allo sparo, ma in borsa, o in una tasca.
Come arma di offesa, invece...

Addestramento, licenza di porto più o meno light, rigoroso controllo sulla vendita e ancor prima sulle autorizzazioni, il ricordo delle Leggi italiane sull'autodifesa, ancora in vigore. Di ciò, niente. Pallido, assorto. Molto assorto.